9 e 10 Maggio 2015 – “Espressione delle emozioni”

9 Mag

“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.” (Alessandro Baricco)

EspressioneDelleEmozioni

Espressione delle Emozioni è il titolo della mostra di quadri realizzati da pazienti nata da un’idea della Dr.ssa Maria Mirarchi, esperta di arte pittorica nostra Socia e Volontaria, in collaborazione con il Dr. Gabriele Catania.

Sabato 9 Maggio 2015 – Dalle 15.00 alle 19.00
Domenica 10 Maggio 2015 – Dalle 10.00 alle 19.00
– INGRESSO LIBERO –

Finalità della mostra

In questo percorso artistico i pazienti hanno cercato di esprimere le loro sensazioni mentali e corporee. Tramite le linee e i colori hanno affrontato il tunnel del disagio interiore, della solitudine e delle proprie ferite. Inoltrandosi nella loro memoria distruttiva si sono affidati all’uso delle varie tecniche artistiche per far emergere le proprie emozioni. I loro dipinti vogliono essere uno specchio di libertà e di luce per un cammino nella vita meno faticoso. Ognuno di loro ha segnato il foglio con il proprio cuore come una farfalla si posa dolcemente su un fiore.

La presentazione della mostra si terrà Sabato 9 Maggio alle ore 15.00

Interverranno:

Silvano Bulgari

Scultore

Simone Zambelli

Presidente Consiglio di Zona 8, Comune di Milano

Teodoro Maranesi

Direttore Dipartimento Salute Mentale Azienda Ospedaliera Luigi Sacco

Gabriele Catania

Presidente dell’Associazione Amici della Mente

Maria Mirarchi

Curatrice della mostra

Ospiti speciali presenti all’apertura della mostra

Silvano Bulgari, scultore-orafo di fama mondiale, che terrà un discorso sull’arte.

SilvanoBulgari

“L’arte è certamente il veicolo più adatto a comunicare empatia ed è solo attraverso l’empatia che si può veramente comprendere la sofferenza psicologica e sconfiggere i pregiudizi su queste forme di disagio”. (Silvano Bulgari)

Mimmo Cavallo, cantautore italiano di successo, che accompagnerà la presentazione con dei brani musicali.

MimmoCavallo

Luogo della mostra

Villa Scheibler – Sala Torretta
CASA DELLE ASSOCIAZIONI

Via Felice Orsini 21, Milano (zona Quarto Oggiaro)

Per informazioni

Segreteria organizzativa
info@amicidellamente.org
Tel. 02 39042874 (dalle 9 alle 12.00)

Racconti dalla mostra

Aggiornamento del 23/05/2015

L’evento del 9 Maggio è ormai trascorso e il successo ottenuto è stato superiore alle nostre aspettative. Di questo successo siamo davvero soddisfatti, ma non tanto per noi come Associazione, quanto per la gratificazione e l’aiuto che hanno ricevuto tutti gli Artisti/Pazienti, realizzando le loro opere e mettendo “a nudo” le loro emozioni.
Ringraziamo quindi la Dr.ssa Maria Mirarchi per aver proposto e condotto tale iniziativa, il nostro Presidente Dr. Gabriele Catania per aver accettato e supportato l’idea, il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’A.O.L. Sacco di Milano Dr. Teodoro Maranesi per la preziosa collaborazione, tutti i relatori intervenuti, lo scultore Silvano Bulgari e Simone Zambelli, che hanno portato fondamentali testimonianze in nostro aiuto, tutte le persone che sono gentilmente intervenute con entusiasmo, Mimmo Cavallo che ci ha regalato splendide emozioni con le sue canzoni, i volontari di Amici della Mente per il costante lavoro, ma soprattutto i veri protagonisti: i Pazienti…
Artisti unici, per le opere realizzate e per averci donato le loro emozioni “nascoste”, attraverso uno dei mezzi comunicativi più significativi: l’arte.
Vogliamo ora condividere alcuni momenti dell’evento, racchiusi in alcuni scatti fotografici, e nelle parole delle persone che hanno partecipato all’evento.
Grazie di cuore a tutti!

Intervento della Dr.ssa Maria Mirarchi

«Come curatrice della mostra ho riflettuto tanto su come potevo raccontarvi questa esperienza. Ne ho pensate e scartate tante di idee. Tranne una perché mi sembrava un quadro perfetto per la presentazione di questo evento. Ho deciso perciò di raccontarvi una favola che riguarda il mio amore e l’istinto di disegnare fin da piccola. Era un’altra generazione, erano altri tempi e nel mio ambiente c’erano pochi stimoli verso l’arte, ma anche pochi giocattoli. Il terreno diventò la mia tela dove mi esercitavo a disegnare; giocavo con tutto ciò che mi capitava per le mani: sassolini, legnetti, piante, fiori. Costruivo stradine, ponticelli, recinti soprattutto!! Con le elementari sono arrivati quaderni, matite colorate, penne, gomma…. Ma ancora una volta non era la scuola il territorio per esercitarmi a diventare artista. Il disegno non era contemplato tra i compiti: era considerato un passatempo, un gioco… peccato fosse la cosa che mi piaceva fare di più. C’era inoltre una grande penuria di carta…a parte i bianchi quaderni della scuola avevo, anche lì, scarse possibilità di verificare il mio estro. E così quando sbagliavo e il foglio andava strappato, bé per me era una grandissima festa. Potevo finalmente colorare…Non è finita! Per non consumare i colori che i miei mi acquistavano mi recavo nella vicina campagna e raccoglievo i papaveri per fare il rosso, l’erba per il verde, fiori viola, gialli, quello che mi attirava di più. Poi con un legnetto carbonizzato che prendevo dal camino, dove mia mamma infornava il pane, facevo il disegno e lo coloravo con le piante. Nei miei disegni comparivano alberi, case, bambini, animali, strade, fiori di pesco, prati, sole, rondini, chiese, frutti, montagne, ma non so perché avevo una vera e propria adorazione per i pali della luce. Come mai tutto questo risparmio vi chiederete…Non erano certo anni di consumismo e l’usa e getta non era ancora una filosofia di vita. Ricordo che prima di buttare una matita la si usava fino all’ultimo residuo di grafite. Prendevo un coltello, la tagliavo e terminavo quel pezzettino di grafite che trovavo dentro. Insomma, per farvela breve, il disegno, la pittura erano per me un grande sostegno, una sorta di medicina per affrontare un ambiente rurale molto severo oltre che culturalmente molto frustrante. Quindi il disegno per me era un rifugio, una evasione, uno spazio di consolazione. Con il disegno mi ero creata un’altra Maria, una Maria che nei suoi ristretti spazi era solitaria ma creativa e paradossalmente felice. La tenacia di quegli anni ha fatto sì che la favola abbia avuto un lieto fine. Quello che mi ha messo in contatto con l’Associazione Amici Della Mente. Cioè, mi è sembrato del tutto normale maturare l’idea di trasmettere una simile esperienza agli amici del N.O.Te.C. Con loro ho così iniziato un percorso che li ha portati ad esprimere le loro emozioni attraverso i disegni che oggi vedete qui esposti. Non ho voluto stabilire un rapporto improntato sulla didattica, non ho cercato di fare l’insegnante di disegno. Semplicemente insieme abbiamo cercato di cogliere il nostro stato d’animo, quindi abbiamo cercato di trasferire le emozioni in immagini. E non solo. Per meglio esprimere i rispettivi sentimenti ognuno ha potuto descrivere nel suo disegno il sentire di quel momento. La compilazione di un questionario testimonia il senso di questa iniziativa. E’ la prima volta che mi espongo in pubblico, non l’ho mai fatto per pudore. Il disegno è stata la mia pillola di guarigione e sono quindi felice di averla potuta trasmettere. E’ stata ed è per me un’esperienza emozionante: mi sono sentita in contatto con persone vere! Si è creato un clima di empatia e, aggiungerei, di grande affetto reciproco che non dimenticherò mai e mi resterà per sempre nel cuore. D’altra parte lo dice anche Freud quando scrive che “solo nell’arte succede ancora che un uomo, consumato dai desideri, riesca a creare qualcosa che somigli al soddisfacimento e che, in virtù dell’illusione artistica, dia luogo a conseguenze affettive”. Quella piccola a cui piaceva disegnare oggi compie 61 anni!!!»

QuadroMariaMirarchi

Maria Mirarchi

Intervento del Maestro Silvano Bulgari

Buon giorno a tutti, benvenuti. Vorrei condividere con voi i miei pensieri sull’arte. L’arte è essenzialmente il piacere di comunicare qualcosa che muove dentro, che esprime il proprio personalissimo gusto estetico, che sgorga in modo istintivo, senza alcun tipo di ordine. L’artista è pressoché indifeso, trasparente, travolto da una visione che gli impone di comunicare paure, desideri, ossessioni, attraverso la pittura, la scultura, la poesia, la musica.
La mostra che presentiamo oggi, vi propone un tipo di segno che nasce dalla parte più profonda dellanima. Si tratta di una produzione artistica che trasferisce il pensiero su tela o su carta. Non è un genere d’arte da ascoltare, come spesso ci accade quando siamo di fronte ai soliti quadri d’arte moderna e contemporanea che non ci danno un’emozione spontanea e che hanno la necessità di essere prima spiegati. Questo genere d’arte, non dobbiamo sentirlo con le orecchie, cioè ascoltare l’interpretazione piuttosto arbitraria che ne dà uno dei soliti critici esperti di marketing. La visione di queste opere genera empatia, come deve essere, mette il nostro sentire in uno stato di connessione con l’artista, ci porta a pensare alle percezioni, alle esperienze personali che ci riconducono a quell’immagine estetica.

Apprezzo quindi enormemente il percorso artistico di questa mostra, in cui l’emotività è il fil rouge, in cui mi riconosco perché io stesso, nelle mie opere, racconto storie di vita. E qui, in queste produzioni artistiche, di vita ce n’è in abbondanza.

Siamo in un momento storico in cui l’arte assume spesso le caratteristiche di un’operazione di marketing. In cui spesso sedicenti artisti spuntano valori milionari con opere che con l’arte hanno poco a che fare, in cui alcuni musei – fortunatamente non tutti, non voglio generalizzare – sono diventati promotori di un’arte contemporanea fatta di spettacolari speculazioni finanziarie decise da pochi galleristi.
Un momento storico in cui il concetto di arte per tutti viene frainteso, generando prodotti da mass market e non opere d’arte. Mi viene in mente un film in cui Alberto Sordi interpretava una persona molto semplice, in visita alla biennale di Venezia insieme alla moglie. I due, dopo aver visto numerose opere d’arte moderna e contemporanea, stanchi dalla lunga camminata, al centro di una stanza vedono una sedia abbastanza comune e la scambiano per una seduta destinata al ristoro del pubblico! Comprensibile misunderstanding!

Siamo in un’epoca la cui l’urgenza è quella di preservare il più possibile il nostro patrimonio naturale, spirituale artistico, architettonico e intellettuale. Preservare e tramandare ciò che abbiamo imparato. L’arte è fatta anche di cultura, di tecnica, di mani che diventano esperte nel plasmare e riprodurre la natura, il pensiero, l’emozione.

Apprezzo molto questa operazione culturale meravigliosa, il progetto di Maria Mirarchi, realizzato da persone che manifestano la loro sensibilità, quanto la vita gli ha mostrato, quanto il loro spirito gli trasmette attraverso il vissuto, la memoria.

Mi auguro che molto più spesso si possano realizzare progetti di questo tipo, dove il sociale si nutre degli Strumenti dell’arte.

Concludo il mio intervento trasferendovi l’immagine di una mia scultura. Che di fatto non ha bisogno di essere raccontata, ma solo trasferita attraverso una sorta di fotografia verbale.
Un uomo con la sua nudità, in una postura meditativa, pensierosa. Seduto per terra. Su una marea di chiavi. Sulla fronte una serratura. Unaltra sul cuore e una sul sesso. Il suo sguardo è sulle chiavi che lo circondano numerose.
Vi lascio un’immagine che potete fare vostra, regalandole le emozioni che vi suscita e le interpretazioni che vorrete darne. Certamente io l’ho legata ad un mio momento, ad un mio pensiero. Ma considero che l’osservatore abbia il sacrosanto diritto di trovare la sua chiave di lettura, tra le tante e a prescindere dalla mia. L’arte è questo: comunicare suscitando emozione.

Silvano Bulgari

Foto dalla presentazione della mostra

Le opere esposte